Rinaldo Morelli

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Il politico insider e i leccatori di Vibora

Joshua Zirkzee irrompe nella coda di primavera milanista come un fulmine a ciel tempestoso. Nelle ore di attesa, cercando di capire se il Milan cederà sulle commissioni all’agente del ragazzo, i tifosi si interrogano sul tempismo di questa eventuale notizia di mercato.

Le fazioni sono disposte, a dividerle una rete come nel tennis. Da un lato della sottile barricata i supporters, i tifosi aldilà-di-tutto, coloro che abbagliati dalla campagna acquisti della scorsa estate (e forse contenti della maldiniana cacciata) non vedevano l’ora di rinfacciare l’amore che la proprietà Cardinale/RedBird/Elliott prova per il Milan. Dall’altra parte i disillusi e delusi, gli appartenenti alla famiglia dei contestatori scettici.

Ancora non sappiamo se Zirkzee vestirà la nostra maglia e già siamo alle prese con una seconda Intifada rossonera.

Un anno fa, alcuni suggerirono sagacemente di “aspettare maggio” per le valutazioni, come se l’analisi e l’approfondimento debbano essere sempre post e mai ante. Come si può commentare a giochi fatti? Facile, il calcio alla bottiglia consente di non sbagliare mai. Superata la fase paraculistica del “provare per credere”, alcuni temerari combattenti si sono schierati dal lato dubbioso della storia, reclamando il loro spazio e cercando di sottolineare come alcune cose fossero da subito evidenti.

Nel gioco del web, dove l’ottenimento di un piccolo pezzetto di ragione diventa Coppa dell’Internet (cit. Enrico Silvestrin), si sono lette e sentite cose che una società civile non dovrebbe accettare. Dai “Vibora” ai “Re Giorgio”, dai “Dove sono i Maldiniani” alle “vedove di Paolo”, dai “Gerry non si intasca i soldi” ai “Finalmente una rosa competitiva senza i cessi di Maldini”. Un parco giochi lessicale dalla spiccata accezione fanciullesca, un simpatico ma agguerrito manipolo di morti di fama che puntualmente escono allo scoperto quando i contestatori vengono – a detta loro – sbugiardati.

Come in ogni battaglia che si rispetti, anche questa ha visto prevalere chi ha usato la logica e la ragione. No, non io, io non appartengo ai vincitori perché mi ero sbagliato su RedBird: pensavo non spendessero, hanno speso, speravo non lo facessero. In realtà, come sempre, i numeri non raccontano tutto ma dicono molto: la cifra finale investita al netto delle cessioni sono i soliti soldi, il solito 50ello messo sul piatto per “rinforzare” la squadra.

Una frangia ancora oggi inebetita, per far valere le proprie ragioni, porta a supporto della tesi alcuni numeri (i segmentini che tanto piacevano al NoDr. Galliani): abbiamo segnato più del City e Real Madrid messi insieme.

Bene, ottimo, la Coppa dei Gol è nostra. Poi?

Alla fine di questa consolatoria e parziale scusante, il dato di fatto è che le valutazioni fatte la scorsa estate si sono rivelate esatte, alla faccia dei leccatori di Vibora.

Oggi, a dodici mesi di distanza, la carica è ripartita sulla base di una trattativa, nemmeno di un acquisto. Strategia preventiva, rincorsa con doppio salto per far intendere che, ancora una volta, come sempre, più di prima, la proprietà investirà cifre ingenti sul mercato. Così, a giugno, senza nemmeno un’ufficialità o un allenatore. Per dovere di cronaca, ci sono anche i 10mini, ovvero coloro che ci collocano già al 10° posto della prossima Serie A. Passiamo oltre.

L’animo umano è scrutabile, quello del tifoso ancora di più.

Per non diventare i nuovi detentori dello “Scudetto d’Agosto” è bene non ripetere gli stessi errori. Attendendo eventuali ufficialità, per il bene nostro e del Milan, sarà opportuno aspettare (non maggio bensì) la fine del mercato. Capire se le lacune pesanti, tattiche e di giocatori, che questa squadra ha mostrato rimarranno tali, se la svolta verso l’equilibrio si compirà, se chi ha costruito questa squadra riuscirà a capire gli errori e a questi porrà rimedio.

Il resto è circo da social, è vociare, è voler avere ragione su dati confutabili e approssimativi. Esiste il masochismo, pratica che sul web trova adepti ad ogni profilo social spacciato per fonte di insider. Capaci di bucare praticamente ogni indiscrezione, impavidi di fronte al crollo del loro fantasioso racconto acchiappa adepti, questi eroi moderni si fanno beffa dell’orgoglio e della dignità, appaiono ogni giorno più simili ad una classe politica capace di “minacciare” l’abbandono della scena per poi essere sempre in prima fila (alla buvette).

Chiudo il profilo se XXX non viene al Milan”.

No, XXX non viene al Milan ma tu sei sempre lì ad inacidirti e a spararle grosse. Ecco, un’altra similitudine con la politica.

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