Nella sua edizione del 17 luglio 2025, l’National Risk Assessment di HM Treasury e del Home Office identifica il calcio e gli agenti come nuovi «emerging risks» per il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, tracciando un confine sempre più labile tra sport e criminalità economica (GOV.UK).

Il fenomeno non nasce oggi: nel rapporto si ribadisce che la Premier League ha totalizzato ricavi per oltre 6 miliardi di sterline nella stagione 2023‑24 (oltre 6,9 mld € al cambio attuale) (The Times, The Times). Una massa monetaria che attira investitori legittimi, ma ancor più appetisce soggetti corruttivi e criminali.

Uno studio di ricercatori di Manchester University, pubblicato su Sport in Society, segnala come 12 club su 20 abbiano almeno il 10 % delle quote non tracciabili fino al beneficiario finale. Club come Manchester United, Liverpool o Tottenham mostrano strutture societarie opache e complesse, con entità offshore e livelli di trasparenza quasi nulli (The Guardian).

Anatomia di un rischio strutturale

1. Strutture offshore e ownership nascoste

Le catene proprietarie complesse – con società domiciliate in Delaware o paradisi fiscali – costituiscono un terreno fertile per mascherare chi detiene realmente il club. Il report sottolinea come strutture basate su società di comodo possano occultare beneficiari finali, sponsor e diritti d’immagine.

2. Club indebitati come back-door criminali

I livelli esorbitanti di indebitamento, soprattutto nei campionati inferiori, rendono quei club estremamente vulnerabili. Criminali possono offrire prestiti “facili” in cambio di accessi diretti alla governance – un meccanismo di ingresso privilegiato per future operazioni fraudolente.

3. Trasferimenti manipolati

I trasferimenti di giocatori rappresentano forse la forma più sofisticata di “canale di riciclaggio”: valori facilmente gonfiabili, agenti intermediari, bonus extra contabilizzati, sponsorizzazioni e diritti d’immagine usati per mascherare flussi illeciti.

4. Agenti e doppia rappresentanza

Ancora oggi, FIFA consente che un agente rappresenti sia giocatore sia club, previa autorizzazione scritta. Una struttura debolmente regolata che può diventare terreno fertile per pagamenti occulti o commistioni tra commissioni lecite e tangenti.

5. Ruolo dei facilitatori professionali

Commercialisti, avvocati, trustee e consulenti patrimoniali coinvolti nelle transazioni calcistiche spesso operano in house. Questo crea conflitti di interesse e indebolisce la segnalazione delle attività sospette – fino al punto di diventare co-protagonisti, involontari o meno, di riciclaggio.

Lo scacco della governance inglese

Le autorità britanniche non restano a guardare: l’UK Football Policing Unit (UKFPU), con i suoi 142 agenti assegnati ai club, collabora con la National Crime Agency nel Progetto Tachygenic, co-finanziato da Interpol ed Europol. L’indagine punta a monitorare combine, pagamenti illeciti, match‑fixing e possibili infiltrazioni criminali nel calcio professionistico. Si inserisce in questo contesto la revisione della soglia dell’Owners’ and Directors’ Test (ODT), prevista nel Football Governance Bill: i potenziali acquirenti o controllori di club dovranno dimostrare provenienza dei fondi, robustezza finanziaria e idoneità indipendente – vincoli pensati per evitare possibili infiltrazioni illecite.

Il bivio italiano

È tempo che anche il nostro sistema – dai club fino alle istituzioni – impari dal modello britannico. In Italia, dove l’economia calcistica è altrettanto strutturata ma spesso opaca, il rischio di manipolazione resta alto: strutture societarie complesse, investitori opachi, agenti privi di supervisione reale.

Occorrono:

  • Trasparenza nell’ownership: obbligo di pubblicare i dati reali dei proprietari e strutture societarie.
  • Due diligence rafforzata: per club, leghe e professionisti, bisognerebbe applicare controlli strutturati su ogni investitore o agente.
  • Nuove responsabilità legali: personalità responsabili penalmente in caso di omissioni clienti, equivoci o flussi sospetti.
  • Task force dedicate: modelli come Progetto Tachygenic andrebbero istituiti anche in Italia, con cripto‑analisti, fiscalisti e investigatori specializzati sul calcio.

 

Il calcio è spettacolo, impresa, identità e – oggi – anche terreno di battaglia etico. Le cifre impressionanti della Premier non sono solo un inno alla prosperità: sono un invito al crimine organizzato. Lo stesso vale per noi: il rischio non è remoto, ma reale. Il calcio può essere magnifico, ma solo se la trasparenza vince sulla sospensione del dubbio.

È il momento di scrivere nuove regole, o il gioco rischia di essere truccato fin dall’inizio.

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